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mindfulness, psicologo milano

Che cos'è la Mindfulness?

La parola mindfulness è la traduzione inglese della parola “sati” che in lingua pali significa consapevolezza, attenzione, “presenza mentale” (la lingua pali è la lingua nella quale sono stati originariamente riportati gli insegnamenti del Buddha).
Solitamente in italiano il termine non viene tradotto

poiché si riferisce prima di tutto ad un’esperienza diretta difficile da descrivere a parole, che implica consapevolezza e attenzione ma in maniera particolare (Giommi, 2012).

Essa può essere descritta come uno stato mentale che equivale all’osservazione dell’esperienza presente, in cui l’individuo prova ad accogliere tutto ciò che si presenta nel qui ed ora, così com’è, sospendendo quelli che sono gli abituali meccanismi di approvazione o rifiuto dell’esperienza stessa.
Jon Kabat-Zinn, considerato il pioniere dell’approccio Mindfulness, la definisce come “la consapevolezza che emerge prestando intenzionalmente attenzione, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza, momento dopo momento” (Kabat.Zinn, 1990). Altre definizioni della Mindfulness sono state fornite da Teasdale et al. (2014), secondo cui la Mindfulness è “una modalità dell’essere, non orientata a scopi, il cui focus è il permettere al presente di essere com’è e di permettere a noi di essere, semplicemente, in questo presente” e da Bishop et al. (2006): “è l’autoregolazione dell’attenzione, tale da mantenerla sull’esperienza presente, rendendo in tal modo possibile una maggiore capacità di riconoscere gli eventi mentali nel momento presente, adottando un particolare atteggiamento nei confronti della propria esperienza, caratterizzato da curiosità, apertura e accettazione”.

Generalmente in tutte le definizioni o descrizioni della mindfulness si possono riscontrare alcuni concetti trasversali chiave, quali vivere intenzionalmente e con consapevolezza nel momento presente, interrompendo i comportamenti dettati dal pilota automatico, scegliendo in modo consapevole e focalizzando la propria attenzione su ciò che avviene momento per momento, senza ruminare sul passato o rimuginare sul futuro; non giudicare, sospendere il proprio giudizio, accettando ciò che accade nel qui ed ora, senza respingere o controllare pensieri, emozioni o sensazioni indesiderate ma lasciandole scorrere e fluire attraverso l’uso consapevole della propria attenzione

(Kabat-Zinn, 2003).

La mindfulness è a tutti gli effetti una pratica, una modalità dell’essere che può essere allenata, così come il maratoneta allena la propria resistenza muscolare e aerobica per arrivare a correre 42 chilometri, allo stesso modo la persona che desidera sviluppare le proprie capacità di mindfulness allena la propria attenzione attraverso costanti esercizi di consapevolezza mentale.

Generalmente la maggior parte delle pratiche di mindfulness implicano una qualche forma di meditazione su cui spesso, in occidente, vi sono idee e pregiudizi errati. Può quindi essere utile definire cosa non è la mindfulness. Uno degli equivoci più comuni consiste nel ritenere come uno degli obiettivi della pratica meditativa quello di avere la mente vuota. Al contrario la mindfulness è essere consapevoli di ciò che si presenta nella nostra mente istante per istante, allenando la capacità di porre l’attenzione ad un “oggetto” posto nel qui ed ora, come ad esempio il respiro o il corpo. Un secondo errore consiste nel credere che la mindfulness implichi un ritiro spirituale dalla vita, poiché molte delle pratiche meditative sono state sviluppate da monaci o eremiti, vi è spesso lo stereotipo di una rinuncia a una vita piena e ricca di relazioni interpersonali a favore di un ritiro ascetico (Didonna, 2008). La pratica della mindfulness, al contario, favorisce la partecipazione all’esperienze della vita, permettendo di vivere con maggiore consapevolezza e pienezza il presente. Un’altra attribuzione, spesso accostata alla meditazione, è la ricerca della felicità. Nonostante sia vero che la mindfulness porti a numerosi benefici fra cui una riduzione dello stress con un conseguente miglioramento del tono dell’umore accompagnato da stati mentali piacevoli, nella meditazione di consapevolezza questi vengono osservati e notati, lasciati scorrere e fluire allo stesso modo degli stati mentali spiacevoli; lo scopo è quello di allenare la nostra attenzione e la nostra consapevolezza ad osservare ciò che si presente nel momento presente, senza trattenere ciò che è piacevole o allontanare ciò che è sgradevole (Shapiro, Carlson, Astin, 2006). Similmente la mindfulness non si presente come una via per fuggire il dolore ma piuttosto come una risorsa che favorisce la capacità di sopportarlo e accettarlo. Il dolore viene esperito e osservato favorendo il processo di separazione dalla sofferenza che deriva dalle resistenze e dal rifiuto dell’esperienza stessa, non dal dolore in sé ma dalla reazione nei confronti di quest’ultimo

(Kabat-Zinn, 1990).

Cosa possiamo fare insieme con la pratica della Mindfulness?

  • Sessioni individuali di pratica

  • Sessioni di gruppo secondo il programma Mindfulness - Based Stress Reduction (attraverso FunzionaMente)

  • Sessioni di gruppo o individuali secondo il programma MIndfulness-Based Cognitive Therapy for Obsessive-Compulsive Disorder

  • Praticarla all'interno di un percorso psicologico o psicoterapeutico a seconda dell'esigenze e dell'utilità per la persona

Tracce Audio Mindfulness

  • Di seguito puoi trovare delle tracce audio di alcune pratiche formali di mindfulness. Una pratica costante meditativa  è sicuramente una delle componenti fondamentali della  mindfulness ma ricordati che essa non si esaurisce solamente in questo. Per approfondirla puoi contattami o visitare il sito di FunzionaMente, cliccando sul tasto sottostante.

Meditazione seduta sul respiro
00:00 / 05:35
Meditazione del Lago
00:00 / 12:45
Meditazione della Montagna
00:00 / 17:36
Meditazione sui Pensieri (le Foglie)
00:00 / 11:45

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